…Corsi fino all'oceano e, una volta lì, mi dissi: visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre… (“Forrest Gump”, 1994)
La
sveglia suona. Una volta, due, tre volte e finalmente mi costringo a
spegnere quel rumore maledetto e penso, “ma chi me lo ha fatto
fare?”. Mancano ancora due ore alla gara, anzi, quasi tre e devo
ancora fare colazione, ma nel momento in cui mi sto ridestando
capisco che sto facendo la scelta giusta. Tra poco sarò sui campi di
gara a godermi le mie splendide colline (con il sole, spero) e quella
fatica che sicuramente non mi abbandonerà mai. Ancora prima di
arrivare, penso al traguardo e sono in dubbio se alzare entrambi i
pugni o fare il simbolo della vittoria. In foto, bisogna venire bene!
Io, piccola valmadonnese dai capelli rossi, potrei definirmi una
runner della domenica, una tapasciona in gergo podistico e con queste
righe vorrei iniziare un percorso di conoscenza dello sport a 360°,
portando sulla pista del web non solo le mie esperienze, ma ciò che
il mondo scientifico offre per comprendere al meglio come movimento,
benessere in senso lato e il nutrimento possano essere validi
collaboratori nell’affrontare al meglio il nostro più importate
lavoro che è la vita. Inoltre, come molti sapranno, sto affrontando
un nuovo percorso che mi porterà a lavorare a fianco di una
farmacista esperta, la Dr.ssa Irene Pasquale con la quale vorremmo in
un futuro proporre nuovi servizi che possano unire i bisogni dei
nostri pazienti ( come disse un mio professore, in farmacia non entra
il cliente, ma il paziente) con tutto ciò che di nuovo può offrire
il settore farmaceutico, incluse piccole conferenze e seminari,
programmi e collaborazioni con le scuole e non solo! Vorremmo che la
nostra farmacia fosse non solo un punto di dispensazione del farmaco,
ma un riferimento per la salute nei suoi più svariati significati e
riteniamo che questo possa essere molto importante in un paese come
Valmadonna, che dovrebbe essere rivalutato proprio dagli stessi
cittadini e in particolar modo dai giovani come noi.
La
letteratura scientifica è come un immenso teatro, i cui i
protagonisti parlano diverse lingue, usano diversi metodi di
indagine, di confutazione e interpretazione, talvolta anche
discordanti. Sembra che sul palcoscenico vi siano tanti personaggi
diversi che difficilmente possano andare d’accordo, ma in realtà
lo scopo principe del sapere scientifico è la conoscenza stessa e la
sua diffusione per il bene comune. A tal fine, le ricerche, i lavori
e gli studi che vengono resi noti al grande pubblico, non solo agli
addetti ai lavori, sono pubblicati su riviste scientifiche e raccolti
in banche dati facilmente accessibili, in particolare, se si è
all’interno di università o aziende (per un motivo puramente
economico. L’iscrizione a molte di tali banche o riviste costa).
Fino a poco tempo fa, anche io ero nel giro, o cercavo di esserlo,
del “paper”, l’articolo scientifico da inviare alle riviste,
che provocava un misto di entusiasmo, preoccupazione, soddisfazione e
scocciature (quelle non mancano mai). I temi che affrontavo
discostano da quanto studio ora, ma lo scopo che si voleva
raggiungere era la presa di conoscenza di un problema e la
discussione delle evidenze trovate per affrontare al meglio il tema
della sicurezza alimentare.
Bene,
dopo un preambolo così lungo, mi chiederete, perché stai parlando
di tutto questo? Che connessione c’è tra la letteratura
scientifica e la garetta podistica che affronti nelle domeniche
all’arsura estiva o al gelo invernale? Ebbene, la felicità. Sì,
in un qual modo è la felicità il punto di congiunzione fra la mia
corsa e la scienza proprio perché, da fonti scientifiche
internazionali, si evince una relazione fra l’attività sportiva,
il benessere mentale e fisico. Vi sono diversi articoli scientifici
mirati e raccolte che affrontano lo stato dell’arte (le cosiddette
review) sul tema.
Gli
autori Millet e Giulianotti si esprimono chiaramente, non è mai
troppo tardi per cambiare la propria vita al meglio, alzarsi dal
divano ed affrontare più attivamente ogni giorno poiché, come
scrivono “un’attività fisica regolare permette di avere effetti
positivi e antiaging su vari aspetti della vita”. Tramite il
movimento e una corretta alimentazione vengono meno quelle reazioni
degenerative che portano a un declino dell’organismo, inoltre il
movimento permette di raggiungere e mantenere una certa flessibilità
cognitiva e di attenzione, migliorare le funzioni cerebrali, ridurre
i sintomi della depressione e migliorare il sonno. Gli autori
mostrano come vi sia una stretta sinergia fra l’eduzione fisica e
l’attività fisica, di estrema importanza nel periodo dello
sviluppo. Le scuole sono luoghi dove lo sport non dovrebbe essere
limitato alle sole due ore a settimana, ma si dovrebbe conferire
all’educazione fisica il giusto posto ed estendere l’orario
dedicato. Se si analizza lo stesso termine, educazione fisica, si può
ben capire l’importanza che si nasconde dietro all’ora di
ginnastica poiché, ad oggi, l’educare potrebbe essere il più
grande insegnamento da impartire ai ragazzi e che, purtroppo, stiamo
sempre più dimenticando. L’attività fisica non è solo strumento
di benessere fisico, ma come riportano varie ricerche, vi è un’
accertata consapevolezza che l'esercizio fisico migliora la sfera
emotiva, riducendo anche gli stati di ansia e ottimizzando così come
migliorando le performance lavorative ed accademiche. (Millet G.P. &
Giulianotti R., 2019 Singh et al., 2019).
L’attività
sportiva consente di sentirci più appagati dei nostri sforzi, di
migliorare la nostra produttività, di pensare che siamo in grado di
migliorare noi stessi non solo sul piano sportivo ma in ogni aspetto
della nostra vita. Sebbene le differenze siano molto sottili, vi sono
studi in cui si è dimostrato che atleti esprimano più positività
per la vita rispetto a chi non pratica sport. (Ivantchev N. &
Stoyanova S., 2019).
E
la felicità che si prova quando si arriva al traguardo, sudati,
affannati si riflette sulla sfera privata, familiare.
Lo
scrittore giapponese Murakami nel suo libro “L’arte di correre”
scrive “Voglio pensare ai fiumi. Voglio pensare alle nuvole. Ma in
realtà non penso a niente. Semplicemente continuo a correre in un
silenzio di cui avevo nostalgia, in un comodo spazio vuoto che mi
sono creato da solo. E dicano quello che vogliono, ma é una cosa
fantastica!”
Non
esistono barriere che non si possano superare se non il nostro
pensiero che irrigidisce i muscoli, le gambe, la mente stessa.
Inizio la gara, attivo il gps e dopo pochi metri mi rendo conto che
il ritmo è alto e vorrei fermarmi, ma penso “ancora un passo, uno
dopo l’altro, avanti” e lentamente continuo a correre. Il respiro
da affannoso diventa più regolare, mi conosco oramai. Conosco il mio
corpo quando capisco di aver trovato l’andatura che dovrò
mantenere per i km seguenti che devo macinare e che spero di
mantenere. E quando vedo l’arco dell’arrivo, trattenendo quasi il
fiato, aumento il ritmo, corro più veloce e col sorriso termino la
gara. La stanchezza che si prova dopo una corsa è il premio atteso,
quella stanchezza fatta di fatica fisica e mentale perché senza la
volontà e la consapevolezza di poter raggiungere il temine, il corpo
non avrebbe fatto molti passi. È una stanchezza fatta di gioia e
soddisfazione, che quasi sembra donare più forza e stimoli (oltre a
rilasciare tante sostanze nell’organismo, quali le endorfine che
come doping ci eccitano, ma di questo si parlerà prossimamente) per
iniziare ad affrontare una nuova sfida che sia sui campi di gara o
sul lavoro.
A
presto, Elisa
Libri
consigliati:
“Il vento contro” di Daniele Cassioli (De Agostini, 2018)
“L’arte di correre” di Haruki Murakami (Einaudi, 2013)
“O la corsa o la vita: Una donna, la sua sfida, il suo lungo
cammino verso la maratona, la sua vittoria” di Francesca Soli.
(Area51 Publishing, 28 aprile 2015)
“Eat & Run. La vita straordinaria di uno dei più grandi
ultramaratoneti di tutti i tempi” di Scott Jurek (Piano B Edizioni,
2018)
Referimenti
bibliografici:
Ivantchev,
N., & Stoyanova S. (2019). Athletes
and Non-Athletes’ Life Satisfaction.
Athens
Journal of Sports - Volume 6, Issue 1 – Pages 45-60
Millet
G.P. & Giulianotti R (2019) Sports and Active Living Are
Medicine, and Education, Happiness, Performance, Business,
Innovation, and Culture...for a Sustainable World. Front. Sports Act.
Living 1:1. doi: 10.3389/fspor.2019.00001
Singh,
A. S., Saliasi, E., Van Den Berg, V., Uijtdewilligen, L., De Groot,
R. H., Jolles, J., ... & Ericsson, I. (2019). Effects of physical
activity interventions on cognitive and academic performance in
children and adolescents: A novel combination of a systematic review
and recommendations from an expert panel. Br
J Sports Med, 53(10), 640-647.
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