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…Il mio paese sono quattro baracche e un gran fango, ma lo attraversa lo stradone principale dove giocavo da bambino. Siccome – ripeto – sono ambizioso, volevo girar tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire alla presenza di tutti: “Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là”… (Cesare Pavese, da “Racconti ”, vol.II, “La Langa”)

La voglia di correre, di sentire l’emozione che lo sforzo ginnico regala, in alcuni momenti è davvero irrefrenabile. Anche quando la colonnina di mercurio segna 38-40°C e percepiti qualche grado in più, non c’è limite che si possa imporre. Ci si deve solo vestire leggero, pantaloncini, top per noi “ragazze” e canotta, calzini rinforzati in punta e sul tallone e le scarpe che, per il prezzo, superano di gran lunga l’intero outfit da runner, ma si sa, la tecnologia si paga cara e salata. Cosa manca? La musica collegata al fido orologio gps che poi verrà spento quando il ritmo di corsa si farà più costante e si sentirà la voglia di correre ascoltando solamente il proprio respiro, le cicale che stridono indisturbate e a livelli estremi nella campagna valmadonnese. 
Come si era detto nel post precedente, l’intenzione degli articoli che vengono proposti è quella non solo di informare sul tema salute-farmaceutico-nutrizionale, ma anche culturale, sportivo e “locale”. Viviamo, noi valmadonnesi, in un piccolo centro ricco di opportunità che magari non tutti siamo in grado di sfruttare o vedere.  Valle San Bartolomeo così come Valmadonna sono infatti note, anzi dovrei scrivere purtroppo, erano note come sede di villeggiatura per le vacanze estive di alessandrini e non, che sulle colline avevano le proprie residenze e vi trascorrevano la stagione calda, godendo dei benefici delle fonti termali terapeutiche e in inverno dei divertimenti della stazione sciistica di Valmilana. Famose sono Villa Rattazzi e Villa Belvedere, che ospitò persino Cavour (Guida Turistica Provincia di Alessandria). Chi ben ricorda, Valmadonna è luogo di un’area termale dove sgorgano acquee solfuree dal tipico odore di “uova marce” dovuto ai composti volatili solforati ivi rilasciati. Per tale motivo, la zona tra via Quattremola e del Calderone veniva chiamata colloquialmente Il Fontanino. Ricordo che quando ero piccolina, andare al Fontanino era una meta fissa nelle giornate di libertà delle vacanze estive. 
Lo Zolfo è un elemento minerale importante per il nostro organismo, poiché presente in diversi composti organici essenziali per la vita, quali gli amminoacidi solforati costituenti le proteine (SAA=amminoacidi solforati: metionina, cisteina, cistina, omocisteina, omocistina e taurina) e come ione solfato estremamente utile nei processi di detossicazione metabolica, presente in vitamine, inulina e coenzimi.  Inoltre, lo zolfo è il sesto macrominerale più abbondante nel latte umano e il terzo per percentuale nell’intero organismo. Lo zolfo è escreto (eliminato) come solfato, tramite l’urina e l’escrezione tramite tale via riflette l’introito di zolfo da fonti inorganiche o da amminoacidi, quindi potrebbe essere un utile parametro per valutare quante proteine vengano assunte. Possiamo trovare lo zolfo sia in alimenti vegetali (quali germe e crusca di grano, semi di lino, aglio, cipolla, cavoli) sia da fonti animali, carni, pesce e latticini. Poiché lo zolfo è parte delle componenti che costituiscono la cartilagine, una sua mancanza o carenza potrebbe provocare artrosi, dolori alle articolazioni, fragilità di unghie e capelli, intossicazioni da alcol ed inquinanti. Mentre, un’eccessiva assunzione di zolfo potrebbe causare problemi di sviluppo.
Pertanto, le proprietà dello zolfo sono molteplici:
·         Lo zolfo è parte integrante delle strutture portanti dell’organismo quali le proteine. Infatti, forma i famosi “ponti disolfuro”, un gruppo funzionale costituto da 2 atomi di zolfo (S-S) che permettono di stabilizzare la struttura terziaria di molte proteine, permettendo ad esse di avere una forma tridimensionale stabile nello spazio.
·         È coinvolto nel sistema di trasporto degli elettroni, che regolano il livello di energia delle cellule.
·         Favorisce il mantenimento del tono muscolare.
·         Permette di mantenere una certa elasticità dell’apparato scheletrico.
·         Risulta importante nel metabolismo dei carboidrati e conversione di questi in energia.
·         È regolatore della funzione insulinica.
·         Favorisce la disintossicazione e la depurazione dell’organismo da tossine, metalli pesanti e radicali liberi.
·         Migliora i disturbi cardiocircolatori
 (Nelson & Cox, 2002; Parcell, 2002, Greenme.it)
È luglio, fa caldo anche se le previsioni non promettono bene. Il sole è ancora fisso a illuminare e scaldare in forma rovente ogni cosa che tocca e il cielo limpido. Con la musica dei Rio agli auricolari si parte e dopo alcuni metri, quando finalmente l’orologio riceve il segnale, sento una voce femminile che dice “ sono pronto” e si attiva il gps che registrerà ogni mia attività, metri corsi, distanza, pendenza, altimetria, passi, ritmo di corsa, velocità, il battito cardiaco (parametro molto importante per equilibrare il ritmo) e persino caloria perse (non saprei dire quale sial algoritmo utilizzato ma è un’informazione utile). Si inizia con una corsetta leggera per “scaldare” sotto 40°C i muscoli e abituarsi al movimento. In molti video su YouTube vedo che si sta oramai diffondendo la voce dell’inutilità dello stretching prima della corsa. Il muscolo, si dice, non ha bisogno di essere stirato allungato, ma riscaldato e si deve fare in modo che si abitui al movimento rapido della corsa. In seguito sarà meglio informarsi sul tema, esaminando la letteratura scientifica per accertarsi della nuova presa di posizione. Molto spesso, come credo accada a molti, iniziare a correre non è semplice. Sembra che le gambe e così anche il respiro non vogliano proprio seguire la volontà del cervello di abbandonarsi ad una corsa leggera e spensierata, senza difficoltà. Si sentono le gambe pesanti come macigni e il respiro diventa immediatamente affannoso. Dalla mia esperienza, potrei dire che le ragioni di questi spiacevoli fenomeni, che potrebbero far venire il pensiero di spegnere il gps e tornare  a casa,  sono lo scarso riscaldamento (si potrebbe iniziare con una camminata veloce per far capire al nostro organismo che a breve inizieremo un’attività piuttosto intesa  e dolcemente abituarlo a fare lo forzo), essere stati troppo tempo seduti ( da qui la necessità di fare un riscaldamento) oppure iniziare con uno sprint eccessivo, un ritmo ben al di sopra delle possibilità, ma non si deve dimenticare anche l’aspetto del riposo e della nutrizione. Potrebbe capitare in momenti di particolare stanchezza di avere la fastidiosa sensazione di blocco muscolare e così anche nel periodo di “indisposizione” per le ragazze a causa del ferro basso, oltre a una cattiva digestione. Il consiglio? Iniziare piano, MOLTO MOLTO PIANO e questo non solo durante una semplice uscita, ma sempre (anche in gara) se si è alle prime armi. Lo scopo della corsa è anzitutto il divertimento e il rilassamento, non la medaglia. Io penso che soltanto uscire e avere la volontà di farlo, decidendo di lasciare il divano, sia già una vittoria. Quindi, dopo una corsetta leggera partita da via della Chiesa, mi dirigo al sottopasso e imbocco sulla destra via del Sabbione proseguo lungo la strada dell’Astigliano, una lingua di asfalto in salita che sa di storia. Vi sono infatti diverse ville lungo la strada, che, salendo, permette di avere una magnifica vista del Basso Monferrato, incluso il ponte Meyer di Alessandra, che brilla al sole come un punto luce in quadro. Scarpinando a ritmo lento, cercando di fare passetti corti e non larghe falcate, arriviamo alla Serra. Da qui inizia un tratto di terra battuta e abbasso il volume della musica, asciugandomi il sudore che cola alla grande (la corsa è fatta di sudore, è un fatto). Non si deve sottostimare il rischio di incontrare moto o biciclette che sfrecciano sullo sterrato, quindi meglio ridurre il volume della musica. Il percorso è anche segnato dai famosi cartellini bianco e rosso del CAI, siamo sul sentiero 607. Vi consigli di fermarmi a questo punto. Gustatevi il panorama, le colline ai due lati della strada, che vi abbracceranno letteralmente e in giornate terse la vista è meravigliosa ed appagante. Insomma, è questa la vera medaglia che lo sport e il movimento regalano. Proseguiamo lungo lo sterrato, sempre in linea diritta, attraversando la strada e poi quando si giunge sull’asfalto si imbocca la strada a sinistra e proseguiamo seguendo la via. Al cimitero, si svolta ancora a sinistra e si entra in San Salvatore. Una lunga discesa permette di aumentare leggermente il ritmo e riprendere fiato fino allo stop dove svoltiamo a sinistra per arrivare in centro paese e in particolare arrivare alla fontanella, un miraggio della piazza Carmagnola di acqua fresca e benedetta. E ora? Si potrebbe proseguire fino alla torre oppure giù per via del Clorio per 3 km.  Oggi ho scelto di non andare alla torre, ma tornare per il Clorio e da lì prendere la strada verso il Castellino che mi ha permesso di fare un bel giro circolare con una leggera pendenza (max registrata 249 m s.l.m) fino a casa passando sempre sotto il sottopasso.
Morale della favola, 11,64 km in scioltezza e un pensiero di ripeterlo due volte per la preparazione della mezza maratona. In fondo, una mezza maratona o una maratona cosa se non multipli di 10!
Alla prossima, spero di essere stata utile nel proporre un percorso per le vostre uscite con un piccolo accenno su un minerale di cui si parla poco, ma la cui importanza è basilare, quale lo zolfo. Come al solito, vi riporto un consiglio di lettura e uno spunto musicale.

A presto, Elisa

Libri consigliati:
“Il guardiano della collina dei ciliegi” di Franco Faggiani, Fazi Editore. Biografia romanzata di Shizo Kanakuri, primo maratoneta giapponese dell’età moderna che mostra come la forza della necessità, della volontà e dell’intelligenza siano il motore di quello che viene chiamato comunemente destino.
Inserisco anche dei titoli che potrebbero essere estranei al tema dello sport, ma che ritengo importanti o semplicemente romanzi o scritti da leggere perché essenzialmente “belli”:
“La venturina” di Maria Tarditi, Edizioni Araba Fenice (Busca, CN). Il primo libro che, comprato alla festa di San Lorenzo il 10 Agosto a Chianale (Val Varaita, CN), mi ha fatto innamorare della prosa dell’autrice, una maestra elementare monregalese, che narra con parole semplici e ricche di dialettismi, la quotidianità di un paese piemontese, attingendo o ispirandosi ai ricordi di infanzia, di eventi che avrebbero potuto avere luogo ovunque, facendone un racconto che molto assomiglia a quanto i miei nonni e zii raccontavano a mia sorella e a me nelle estati trascorse a sgranare fave o a giocare a nascondino. Consiglio vivamente la casa editrice Araba Fenice, così come La Biblioteca degli Scrittori Piemontesi. Abbiamo un patrimonio letterario regionale fatto di masche, racconti e storie della notte, di donne e passioni e dovremmo alimentarlo e tenerlo con cura.
Musica consigliata:
I Rio – Mediterraneo, Terremosse, Buona Vita, In ogni istante, Dichiarazioni d’Amore alla Luna

Curiosità:
Pochi di voi forse sapranno che tra Valmadonna e il mondo letterario ebraico esistere uno stretto legame. Al nostro paese, come si legge sulla testata online tra le principale del settore artistico artdaily.org,  è dedicato il nome della “più importante collezione privata di libri e manoscritti ebraici al mondo”, la Valmadonna Trust Library.  Juck Lunzer, commerciante londinese di preziosi di origini ebraiche ed appassionato di collezionismo, decise di dedicare la sua fondazione ebraica e collezione di testi sacri scritti a mano, volumi rari e di inestimabile valore al nostro paese per celebrare la bellezza di Valmadonna e onorare i ricordi di momenti trascorsi in tranquillità e gioia con i valmadonnesi, primo fra tutti Peppino Vitale, titolare della Saves. Il mercante era così famoso in paese tanto da venire soprannominato il Conte di Valmadonna. Ora la collezione, dopo aver viaggiato da Londra a New York, ha trovato la sua sede stabile presso la Biblioteca Nazionale di Israele.


Riferimenti bibliografici:


Guida Turistica Provincia di Alessandria. Il Piccolo, le guide in collaborazione con l’assessorato al turismo di Alessandria

Nelson D. L., & Cox M. M. (2002). I principi di biochimica di Lehninger. Zanichelli

Parcell S. (2002). Sulfur in human nutrition and applications in medicine. Altern Med Rev;7(1):22-44.




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